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domenica 16 ottobre 2016

Agonia di una piccola città

Lunedì mattina, a Dio piacendo, andrò con la mia cugina maggiore, al nostro paese di origne. A sbrigare alcune faccende, prima fra tutte una visita al cimitero ai nostri cari. Decidiamo di passare a prendere il caffè, come il suo non ce n'è, dalla magliaia nostra amica di famiglia ormai avanti negli anni e in procinto di lasciare l'attività. Prima che ciò avvenga voglio commissionarle un gilet di lana calda e leggera, a due capi, senza maniche appunto, lungo e confortevole che accompagni le mie mattinate scolastiche.

Alle 17.00 salgo sulla linea 7, lo uso di rado, per scendere nei pressi di via Palermo, onde raggiungere uno degli storici negozi della lana.

Velocemente la percorro, ché ho intenzione di tornare presto a casa. Del negozio nessuna traccia. Che nella fretta mi sia sfuggito? Privo di insegne luminose e senza l'ammiccamento delle vetrine unitamente alla mia fretta, forse che mi sia passato inosservato? Pazientemente ripercorro via Palermo, più lentamente. Niente. Vedo molte saracinesche abbassate, sicuramente due saranno del negozio che cerco ... Avrà sicuramente chiuso. Chiamo mia cugina. Macché .. Nessuna risposta. Chiamo sua figlia la quale mi conferma quello che pensavo.

Bene. Dove trovo la lana a due capi per la macchina da maglieria?
- A via Genova c'è Lucia che stava in via Firenze. Te la ricordi Lucia?
. Certo! Sapevo che si era trasferita perciò non l'ho cercata. Avevo premura e quindi ero andata a Via Palermo...
Raggiungo via Genova.
-Zia, non puoi non vederlo il negozio. Sono due vetrine illuminate e ben allestite con rocche gomitoli stole e quant'altro.

Nulla, percorro tutta via Genova, oltre l'incrocio dove comincia via F. De Sanctis ...
-Zia, avrà chiuso pure Lucia, che ti devo dire?!

Desolata e soprattutto colma di disappunto sto per tornare a casa. E' svanito il mio sabato del villaggio. Sono quasi le 18.30 ....
- Zia, torna a via Palermo, c'è un piccolo negozio. Lì ha fatto un corso di maglia Chiara... è piccolo ma non è male.

Ritorno lì, Entro nel negozio, l'avevo notato nel mio precedente andirivieni. C'è una cliente indecisa tra cinque tonalità di marrone. La titolare forse intuisce qualcosa dal mio viso e:
- Dica pure!
- Quattro matasse a due capi per macchina da maglieria!
- Ho le rocche signora, non le matasse
- E quindi?
- Considertato che ogni matassa pesa 100g devo togliere dalla rocca che contiene 750g di filato la parte eccedente. Io la lavoro la lana. Le garantisco che è così...
Annuisco, in segno di assenso, sebbene non convinta.
Sparisce lungo una scaletta di legno verso un soppalco. Il tutto è una miniatura. Mi sovvengono i Polly Pocket di mia figlia bambina e mi distraggo intimamente divertita.

Si innesca un rumore quasi infernale del marchingegno che avvolge il filo.

Intanto la cliente è servita, l'aiuto pure nella scelta, la sua lenta indecisione mi snerva. E' passato un quarto d'ora. La signora interrompe il dispositivo, chiamiamolo così, ma è un complimento. Lo riavvia di nuovo e mi dice che mancano ancora 150 grammi da avvolgere.

La faccio breve: l'operazione termina alle 19.35, cioè impiega più di mezz'ora!

- Signora cara, questa operazione, se l'avessi fatta a mano avrei impiegato 10 minuti. E non esagero, mia madre ha lavorato a maglia e spesso l'ho aiutata. Quindi parlo con cognizione di causa. Però di questa lunga attesa dovevo essere quantomeno informata.

- Di solito dico alle clienti di tornare riservandomi il tempo della preparazione. Lei però non sarebbe tornata....

Trotterello verso Corso Vittorio Emanuele, alla fermata di fronte le poste. Pensilina illuminata. Cartello lucido, non elettronico, dove scorro gli autobus che di qui passerebbero. Nella lista sono compresi il 7 e il 21, quelli utili per me. Vedo altri quattro pendolari in attesa. Leggo gli ultimi messaggi per ingannare l'attesa. Passa un quarto d'ora. Dei pullman nemmeno l'ombra.

- Siamo sicuri che stiamo attendendo gli autobus? Ho idea che di qui non transiteranno - mi rivolgo ai miei compagni di "sventura".
- E' quello che ci chiedevamo anche noi ...
- No, non è possibile, transitano tutti dall'altro lato, ma non di qui. E' tanto che non uso mezzi pubblici.
Detto ciò mi precipito verso il ponte Risorgimento, davanti al campanile di città, quello è uno snodo obbligatorio, dico a me stessa, seguita dagli altri aspiranti passeggeri.

Io sono la più fortunata: immediatamente spunta  il 21 dalla parte del cinema teatro "Massimo" che ancora resiste.

Esprimo le mie perplessità all'autista il quale aggiunge lapidario:
- Corso Vittorio il sabato pomeriggio è isola pedonale ... - w intanto mi lancia un'occhiata incredula come se guardasse un esemplare in via di estinzione.
- Bene, e il tragitto che sta facendo non è il solito vero? - chiedo timidamente nel timore di essere scambiata per un'aliena.
- No, non è quello regolare, di solito passiamo per via Marconi.E'la partita che ci fa deviare dalla zona stadio.

Giro anomalo, passaggio per la bonifica, poi scorciatoie varie, la prima fermata utile per me nei pressi dell'hotel Primo Vere. Bene, solo 2 km  da casa. (sigh)

Molto avrei da dire, ma il mio post è estenuante quanto il mio sabato pomeriggio.
Un devastante connubio - centri commerciali, crisi economica, segnaletica stradale per me poco funzionale - ha decretato l'agonia di una cittadina un tempo brulicante di vita ... E me ne duole assai.

Ritorno nella mia amata periferia ricca di piccole botteghe che sono efficienti empori, i cui proprietari, con intelligenza, gentilezza e professionalità, hanno tenuto testa alla crisi economica: in primis la cartoleria "Righe e Quadretti" drell'impareggiabile Rossana  dove solo la lana per maglieria non avrei potuto trovare; la merceria di Emma fornita di ogni utilità, la fornitissima panetteria di Gianni,  Poco oltre la pizzeria Il Ghiottone con braceria e annesso fast food, self service che ti dà l'impressione di stare a casa per genuinità, semplicità e prezzo contenuto. Dimenticavo: il punto vendita dell'agricoltore Bruno dove trovi verdure appena recise, il punto vendita di Luciano per salumi e formaggi regionali, il Pizzicagnolo Benito per sapori selezionati e straordinari.

Il resto, dagli elettrodomestici all'acqua minerale, da circa otto anni, mi viene recapitato dal corriere.Ai centro commerciali non mi converto sicuramente.

Nel Centro di Città posso solo andare a passeggio e ribadisco, me ne duole assai.

lunedì 3 ottobre 2016

E ti vengo a cercare


Spirituale o materiale, destinata a una persona o alla realizzazione di un ideale; la ricerca è il senso che diamo al nostro Cammino.

domenica 2 ottobre 2016

Nati nel giorno 22

Per giocherellare un po' curiosando.

"Dinamici sotto tutti i punti di vista, determinati, fieri e orgogliosi, hanno una radice umanitaria che li spinge verso professioni tese all’aiuto degli altri. Sono diplomatici per natura, vogliono ampliare i propri orizzonti, curiosare in discipline ignote ai più. Vogliono lasciare un segno del loro passaggio."


Mi corrisponde perfettamente in tutto. Manca una caratteristica di fondo: ipersensibile e incline alla depressione.

Fonte: Giorni di nascita