Eccomi alla finestrella numero 23 del calendario dell'Avvento ideato dall'amica Sciarada del blog Anima Mundi e dedicato al piccolo Alessandro volato in cielo la notte del 23 novembre scorso.In questo giorno di Avvento si compie un mese della sua nuova nascita.
Ciao Alessandro, è stato bello conoscere le tue doti straordinarie. Dimostri che la sapienza non sempre è appannaggio del numero degli anni, in quanto nella tua breve vita hai raggiunto vette luminose del tuo essere.
Il vuoto che lasci in coloro che ti hanno conosciuto e amato è straziante, ma oggi più che mai mi piace pensarti leggiadro, libero dai lacci della malattia, Angelo splendente in un luogo di eterna giovinezza.
Ti cercherò nel sorriso del divino Bambino che allarga le braccia al mondo.
Ventitré dicembre, giorno che segna il graduale ritorno della luce del sole dopo il solstizio d'inverno; antivigilia che ci avvicina al ritorno della Luce per eccellenza.
In questo giorno che precede le solennità dedico a tutti voi il racconto di Natale di Guido Gozzano:
Notte santa
- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell'osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.
Il campanile scocca
lentamente le sei.
- Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po' di posto per me e per Giuseppe?
- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe!
Il campanile scocca
lentamente le sette.
- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così stanco!
- Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.
Il campanile scocca
lentamente le otto.
- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
- S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno
d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.
Il campanile scocca
lentamente le nove.
- Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...
Il campanile scocca
lentamente le dieci.
- Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell'alta e bassa gente.
Il campanile scocca
le undici lentamente.
La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?
- Che freddo! - Siamo a sosta -
Ma quanta neve, quanta!
Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...
Maria già trascolora, divinamente affranta...
Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.
È nato!
Alleluja! Alleluja!
È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d'un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!
Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill'anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill'anni s'attese
quest'ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d'un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.
È nato!
Alleluja! Alleluja!
Passo il testimone all'amico Elio del blog "De qua e de là" ed auguro a tutti noi che abbiamo camminato in questo Avvento col sostegno vicendevole, Serene Festività.