Non sono una grande intenditrice, ma la partita degli azzurri non mi è sembrata degna di un torneo così importante ... Pazienza ... Addio vuvuzelas ... Non resta che tornare a casa ... mogi mogi ... a meditare, si spera...
Il Commissario tecnico dice in conferenza che se ne assume tutta la responsabilità: e questo mi piace, anche se l' aggettivo "tutta" lo trovo eccessivo. In una gestione di interazioni è meglio parlare di corresponsabilità. inoltre mi sembra una strategia vincente per non affrontare e riconoscere i propri errori, un modo infantile di gettare, come si suol dire dalle mie parti, le mani davanti.
Poi aggiunge ma parafraso in quanto non ricordo la frase testuale: aggiunge, per l' appunto, di non aver formato psicologicamente la squadra.
Uhummm ... questo mi ha convinto ancora meno: parliamo di professionisti di serie A selezionati per i mondiali! Non stiamo a parlare dei pulcini ...
Ma qual è la responsabilità di un allenatore di quei livelli? La formazione psicologica o la selezione dei talenti?(Ma ci sono i talenti? Oppure questo insuccesso clamoroso è la punta dell' iceberg della decadenza generale che il nostro paese vive su tutti i fronti?) Io credo, con tutti i benefici del dubbio, che una volta scelte responsabilmente le persone, il gioco è fatto almeno in prima parte. La compattazione della squadra la fanno i giocatori stessi i quali sanno benissimo quale responsabilità si stanno assumendo.
La seconda parte la si gioca sul campo in tutti i sensi: chi si ha di fronte lo si percepisce nei primi 15 minuti di gioco, e allora entra in ballo un' altra qualità: la flessibilità...i giocatori devono ridefinire e reinterpretare i loro ruoli. L' allenatore che supervede, deve fare altrettanto modificando immediatamente i palinsesti, se necessario.
Karl Popper diceva che il medico deve cambiare terapia se si accorge di un suo errore, perchè la cosa da salvaguardare è la vita del paziente, non la sua congettura.
Ogni teoria è tale se falsificabile di principio, altrimenti non è una teoria, ma una verità dogmatica ..
La falsificabilità di ciò che è apparentemente inappuntabile, non deve mai venir meno: è la lezione di umiltà che molti grandi ci hanno dato: far morire la teoria piuttosto che "il paziente". So che non è cosa semplice, ma deve quantomeno trasparire come atteggiamento...
La mia è una riflessione puramente pedagogica ...
Il Commissario tecnico dice in conferenza che se ne assume tutta la responsabilità: e questo mi piace, anche se l' aggettivo "tutta" lo trovo eccessivo. In una gestione di interazioni è meglio parlare di corresponsabilità. inoltre mi sembra una strategia vincente per non affrontare e riconoscere i propri errori, un modo infantile di gettare, come si suol dire dalle mie parti, le mani davanti.
Poi aggiunge ma parafraso in quanto non ricordo la frase testuale: aggiunge, per l' appunto, di non aver formato psicologicamente la squadra.
Uhummm ... questo mi ha convinto ancora meno: parliamo di professionisti di serie A selezionati per i mondiali! Non stiamo a parlare dei pulcini ...
Ma qual è la responsabilità di un allenatore di quei livelli? La formazione psicologica o la selezione dei talenti?(Ma ci sono i talenti? Oppure questo insuccesso clamoroso è la punta dell' iceberg della decadenza generale che il nostro paese vive su tutti i fronti?) Io credo, con tutti i benefici del dubbio, che una volta scelte responsabilmente le persone, il gioco è fatto almeno in prima parte. La compattazione della squadra la fanno i giocatori stessi i quali sanno benissimo quale responsabilità si stanno assumendo.
La seconda parte la si gioca sul campo in tutti i sensi: chi si ha di fronte lo si percepisce nei primi 15 minuti di gioco, e allora entra in ballo un' altra qualità: la flessibilità...i giocatori devono ridefinire e reinterpretare i loro ruoli. L' allenatore che supervede, deve fare altrettanto modificando immediatamente i palinsesti, se necessario.
Karl Popper diceva che il medico deve cambiare terapia se si accorge di un suo errore, perchè la cosa da salvaguardare è la vita del paziente, non la sua congettura.
Ogni teoria è tale se falsificabile di principio, altrimenti non è una teoria, ma una verità dogmatica ..
La falsificabilità di ciò che è apparentemente inappuntabile, non deve mai venir meno: è la lezione di umiltà che molti grandi ci hanno dato: far morire la teoria piuttosto che "il paziente". So che non è cosa semplice, ma deve quantomeno trasparire come atteggiamento...
La mia è una riflessione puramente pedagogica ...