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venerdì 31 dicembre 2010

Buon Cammino!

Questo è l' augurio che rivolgo spontaneo a quanti mi leggono:
il Cammino è quello che conta e il senso che volenti o nolenti gli imprimiamo ... Che sia perciò un Buon Cammino per ciascuno di noi ...




















Tutto il resto: anno, mesi, settimane, giorni, minuti.... null' altro che pura convenzione ...

domenica 26 dicembre 2010

Il primo Natale senza Alessia in casa

Sono contenta. E' stato un distacco doloroso la sua partenza, ma quasi subito ho ritrovato l' equilibrio; la non presenza è ampiamente compensata dal saperla felice, protagonista di un' esperienza piena, appagante, proficua.

Il soggiorno a Zseged (Ungheria) sta per concludersi. Quasi cinque mesi son passati, lunghissimi e ad un tempo, un lampo.
C' è stata la possibilità di un prolungamento della permanenza ed io ,cara Alessiuccia, ho sinceramente tifato per te ... con tutto il cuore e con tutta la forza. Perché attraverso le chat lampo, le telefonate, le vedeochiamate, ti ho vista in forma smagliante.
Sei entrata nel vivo di una cultura , leggo i tuoi post in inglese; mi sono commossa nel leggere i tuoi auguri:
-To my family, to my friends, to Szeged, to my city, to my dog... Feliz Navidad! Buon Natale! marry Christmas!

Mi dici che scrivi naturalmente in inglese anche in chat. Sei diventata una cittadina del mondo, con una mentalità aperta, multietnica, e questa è una cosa bellissima.

Ora la tua esperienza si sta concludendo ... non nego che sto facendo il conto alla rovescia e anche tu, malgrado il brandello di cuore che lasci nell'Est, un po' di nostalgia di casa ce l' hai.Tu stessa lo lasci intendere:
- ..ma non ho rammarichi perché questa esperienza in qualche modo sará parte integrante della mia futura vita professionale e non solo. A questo si aggiunge poi che stare lontana da casa per 8 mesi significava un trauma incredibile al riadattarmi al mio mondo, alla mia universitá.
Per cui, ecco, sono felice di quello che ho...senza rammarichi. Sono cmq fiera di me di essere stata in grado di vivere (e non sopravvivere soltanto) in un altro stato, in un altro sistema. ...-


L' atteggiamento di apertura verso il mondo: il frutto più bello che riporterai con te, ma non solo; insieme riporterai una maggiore consapevolezza di te, di ciò che vali, e di ciò che potresti diventare ...
Tornerà una persona diversa, più determinata, che saprà ciò che vuole....una persona che intesserà nuove relazioni, o meglio, che rivivrà le relazioni di sempre con un senso nuovo.

Avremmo potuto averti a casa a  Natale, ma se così fosse stato, sarebbe stato un dono egoistico che avremmo fatto a noi stessi; invece, accettando l' invito di Greta, hai potuto vivere un Natale diverso a Sofia,tutto da narrare e da testimoniare; e questo mi sembra il dono più giusto per il Natale 2010 che reciprocamente ci siamo regalati. A presto Alessiuccia!
L' autore di questa foto è stato proprio bravo e sensibile.
Greta (presumo sia lei) ha fissato un' espressione che mi ricorda quando eri piccola:
pensosa e curiosa ...

sabato 25 dicembre 2010

Serene Festività

La casetta degli uccellini, per il momento, è diventata un piccolo presepe.

martedì 21 dicembre 2010

Atmosfera di dicembre
















Amo la luce calda della candela soprattutto quando il buio prende il sopravvento sulla luce.
Mi suggerisce che possiamo equilibrare l' oscurità con la luce interiore e il calore dell' intimità.

21 dicembre - solstizio d' inverno



Oggi sarebbe stata una grande festività in tempi pagani.
Grandi falò venivano accesi in onore del ritorno della luce; e intorno ad essi numerosi e vari riti venivano eesercitati.
Il cristianesimo si appropriò di questa usanza associandola alla Natività di Nostro Signore, Luce del mondo per eccellenza.
Non solo: anche la data 25 dicembre, si avvicina molto al giorno solstiziale.

Ancora oggi la tradizione del falò sopravvive in diverse località.
Ben presto entrò nelle case sottoforma di ceppo che bruciava durante la vigilia fino a Natale;  In talune regioni il ceppo deve durare fino al Capodanno, in talaltre fino all' Epifania.

Nelle zone interne dell' Abruzzo, nella notte della Vigilia, ancora oggi si usa bruciare un tronco di ulivo benedetto; le ceneri vengono raccolte e sparse per i campi per propiziare un buon raccolto.

Oggi che i grossi camini sono prerogativa delle antiche case di campagna, il ciocco di legno è diventato specialità dolciaria finendo sulle tavole: il tronco d' albero natalizio , ovvero pan di Spagna arrotolato ricoperto di cioccolato e farcito di crema.

domenica 19 dicembre 2010

17 dicembre 2006




Non sono solita fare la spesa di domenica, ma, avevo dimenticato i sacchetti da freezer, per cui mi avviavo verso il supermercato Conad sulla Nazionale,vicino casa.
Decido di passare da Benito per vedere se per caso è aperta la bottega di salumi e formaggi "Il pizzicagnolo" chiuso da più di un mese: un incendio ha distrutto tutto, merce e apparecchiature.
Alacremente il signor Benito e il figlio lo stanno ristrutturando; noi clienti affezionati credevamo di ritrovare allestito per il Natale il nostro picolo grande negozio. Ma non è stato così: i tempi sono un po' più lunghi...
Istintivamente mi dirigo da quelle parti per salutare; non si sa mai, la bottega potrebbe essere aperta. Vedo la luce accesa, busso ...
Che tenerezza ... alro che  elfi e Babbo Natale ... :-))
Il signor Benito, età indefnibile ... - era così anche 25 anni fa, quando aprì il negozio - dicevo sguardo ceruleo e sorriso bonario mi accoglie piacevolmente sorpreso;
è intento a preparare i cesti natalizi su una tavola di emergenza, la pila delle note alla sua destra con le specialità gastronomiche del suo negozio nei cartoni tutt'intorno.
- Non ho voluto deludere le aspettative dei clienti.  Il negozio non è pronto, ma ai fornitori basta un fischio per depostare la merce...e così almeno questo servizio natalizio ho voluto garantirlo nonostante tutto..
Dai cartoni fanno capolino le nostre specilaità abruzzesi:  miele alle noci, alle nocciole,la crema di noscciole  nei barattoli orsetto, le marmellate artigianali di uva (la scrucchijata), e poi i salumi e dolci aquilani, i pecorini, la pasta di orzo, di farro...le zuppe di legumi...Insomma, un elenco di bontà interminabile destinato negli scrigni più brillanti nel contrasto con pareti e pavimento desolatamente sgombri.
- Signora Graziana,voglio ringraziarla del suo gentil pensiero;so che è passata di qui di proposito - porti a casa queste albicocche sciroppate! Non le avevo lo scorso anno, sono piccole e saporite ... sono quelle che vengono su senza forzature...mi faccia sapere se erano buone quando tornerà..
Adoro i piccoli negozi, così come aborro i centri commerciali.
Lì le persone mi ricordano la solitudine evocata dai dipinti di Edvard Munch; nel rispetto dei gusti di tutti, la voglia di fuggire puntualmente mi assale...

Qui, nelle botteghe, ci si incontra, si comunica, si torna a casa con qualcosa che va oltre la spesa...
E poi, - Vi pare poco? - Acquistiamo solo quello che ci serve, senza la suggestione degli specchietti per le allodole...
Mi si dirà: ma tutto costa meno, tutto è più conveniente, le offerte speciali fanno risparmiare e poi si trova di tutto: ci sono più di 100 negozi...
... Ma come si può passare in quegli ambienti fittizi e impersonali un pomeriggio intero?!
Spesso anche la domenica (sigh!) Questione di gusti, per carità...
Sono convinta che acquistiamo esattamente quello che paghiamo; non c' è risparmio che tenga!
E poi il tempo, dove lo mettiamo il tempo per andare, tornare e trovare quello che ci occorre!? Il tempo è una variabile preziosissima...
Le mie sono opinioni opinabili: è che sono una disadattata rispetto a questo costume sempre più diffuso.
Fatto si è che la città è nata come luogo di incontro e di scambi: questo, vivaddio, non è opinabile ;-)

E com' è possibile che tutto quello che favorisce incontro e scambio (negozio, cinematografo, caffé, ...) lo andiamo proiettando fuori della città, in un mondo che non so definire diversamente che ambiente fittizio?

E la città, un tempo brulicante di vita, sia diventata un desolato dormitorio?

domenica 5 dicembre 2010

We Are The World !!!!!



E' la colonna sonora di questa giornata che voglio condividere con gli amici blogger.
Buona domenica!
...In un periodo carico di incombenze in cui , comunque, desidero esserci ....

domenica 14 novembre 2010

La staffetta dell' amicizia












 Con notevole ritardo raccolgo questa simpatica staffetta passatami da Emanuela ... Ho impiegato tempo ... periodo intenso, ma poi pensavo di non avere molto da raccontare e invece ho ricordato con piacere un mucchio di cose... Frammenti di vita prossimi e lontani .... grazie Emanuela per avermi coinvolta!
Allora ... si va a rispondere alle 8 domande:

1- Quando da piccoli vi veniva chiesto cosa volevate fare da grandi, cosa rispondevate?
Da piccolissima desideravo fare la parrucchiera; infatti quando mi veniva concesso, salivo sullo sgabello e pettinavo le zie, la mamma, la zia Rosaria, la mia prozia che ha avuto un ruolo importante nella mia crescita personale... Ci lasciò un 26 dicembre, quando ero poco più che ventenne e lei ultracentenaria, in un giorno di sole che sembrava primavera ...
Dalla prima elementare in poi, ho deciso di fare la maestra. Tutti i pomeriggi, accomodavo le mie bambole allineate sulle sedie e facevo loro lezione; molto spesso convincevo i miei compagni di gioco a diventare miei alunni e ricordo che nessuno di loro si annoiava; anzi, il divertimento era garantito. Imitavo la nostra maestra esagerandone le espressioni, le intonazioni ,i gesti.... Noi si viveva in un centro abitato di campagna, la nostra era una pluriclasse ...


2- Quali erano i vostri cartoni animati preferiti?
Più che cartoni animati, ricordo i pupazzi animati (io sono grandicella ...) come Topo Gigio; precisamente quelli che guardavo il giovedì alle 17.30 durante il programma "La TV dei Ragazzi" erano "Roby e 14", "La gallina Tric Trac e i suoi pulcini": brevi storie animate su sfondo nero. I cartoni animati televisivi li ho seguiti insieme ai figli dagli anni 80 in poi ... Quello che ho fruito con gli occhi di una bambina aspettando con ansia la puntata successiva è "La stella della Senna e il Tulipano nero" .


3 - Quali erano i vostri giochi preferiti?
Amavo giocare all' aperto e incontrare i miei compagni vicini di casa e di scuola. Mi piaceva organizzare di tutto: arrampicate sugli alberi, cacce al tesoro, corse sopra i muretti di cinta, interminabili nascondini, qualche volta (qui divento blasfema, ma scusatemi .... ero piccola ... entravo nelle vesti del sacerdote che celebrava la messa offrendo al posto dell' ostia delle amarissime foglie di olivo ): i giochi imitativi sono forme di conoscenze e forse quello era il mio goffo tentativo di capirci qualcosa ...


4- Qual è stato il vostro bel compleanno e perchè?
I miei compleanni sono stati sempre e solo feste intime e familiari; nella mia famiglia di origine così come in quella attuale. Forse festeggio così perché in realtà non amo festeggiare in modo canonico, soprattutto ciò che mi può riguardare; la festa per me è uno stato d' animo.
Aggiungo poi che sono di una timidezza estrema; solo con gli anni ho dominato questo golia ...
Il compleanno che ricordo con piacere è quello del 2006, a cinque mesi dalla scomparsa del mio papà ...Lo riporto nel post precedente ...


5- Quali sono le cose che volevate assolutamente fare e non avete ancora fatto?
In realtà è una cosa che avevo pensato di non fare mai assolutamente, ma credo che farò: viaggiare con l' aereo.


6- Quale è stata la vostra prima passione sportiva o non?
La cucina: le prime sagnette bianche per fagioli le ho impastate a sette anni. Cucinare per me è un' occasione di creatività e di generosità. Seguono a brevissima distanza la maglia e l' uncinetto.

7-Qual è stato il vostro primo idolo musicale?
Qui la risposta è molto ardua: perché nella mia adolescenza c' è stata una sovrapposizione notevole di generi che ho seguito contemporaneamente. Ma parlando di "idolo" e di "primo idolo", senza dubbio, posso affermare Lucio Battisti: ho consumato letteralmente tutti i suoi 45 giri nel mio mangiadischi rosso.


8- Qual è stata la cosa più bella chiesta (ed eventualmente ricevuta) a Babbo Natale, Gesu' Bambino, Santa Lucia?
Sinceramente non ricordo di aver chiesto esplicitamente. Ma il dono più bello che io ricordi, me lo portò la befana(era lei la dispensatrice nelle mie parti) in prima elementare: un tavolinetto richiudibile con sediolina incorporata che era una sorta di scrittoio mobile. Ricordo che non me ne separavo quasi mai ; pretendevo anche di pranzarci e di cenarci.La cosa più bella era la doppia versione del "piano di lavoro": una base liscia e una lavagna di ardesia.

Ed ora, a conclusione di questa carrellata di ricordi, dovrei passare la staffetta ad altre otto persone. Qui non mi riescono citazioni ...Davvero non riesco a nominare ... Sarei curiosa di leggere risposte in tutti i  miei  22 lettori fissi; alcuni lo hanno già fatto, altri no ... è un invito che rivolgo a tutti e a ciascuno. La staffetta la poggio qui, tutti possono raccoglierla, quelli con cui ho interloquito, i silenti, quelli  di passaggio e i due recentissimi che ho trovato nelle ultime 24 ore ...



sabato 13 novembre 2010

Il compleanno più bello

Ho ripescato questo mio scritto da un altro ambiente di rete, buttato giù di gettito nel giorno del mio compleanno di quattro anni fa; 5 mesi dopo che mio padre si è spento, ma quello per me è stato un compleanno da ricordare. Perchè postarlo proprio ora?
Il post della staffetta dell' amicizia che sto pe rpubblicare me lo ha fatto ricordare ....


Felicità è...

...essere sfiorata, da un bacio alle 24.05 da Alessia  che mi bisbiglia: "auguri mammina..."

...la prima telefonata alle 7.15 di Caterina, la mia cara cara amica scorpioncina:"Felice...Felice giono!!!"

...l' abbraccio affettuoso di Roberta, la mia collega più prossima: "oggi non pensare ad altro...se non che oggi è un bellissimo giorno..."

!!!...altra collega... Luana...!!!  - Come lo sa Luana che oggi è il mio compleanno?!?
E che adoro le scatole di latta?!
Quella che mi porge ha una forma bizzarra: sembra una virgola o un apostrofo, piena di dolcezze all' uva e alla ciliegia! Mistero..ma che bella sorpresa :-)

...trovare in aula i miei 23 bambini di sette anni, miracolosamente silenziosi e seduti, sebbene mi sia soffermata qualche minuto con le colleghe, e, nell' attimo in cui sto per dire: "ma che bravi che sieeete!!!!", esplodere tutti insieme:
TANTI AAUGURI A TE ...TANTI AUGURI A TE .... TANTI AUGURI MAESTRA .... TANTI AUGURI A TEEEEE!!!!!  CLAP! CLAP! CLAP! CLAP!!"
proprio come si è soliti fare quando si festeggia il loro compleanno :-))
A mala pena ho trattenuto le lacrime,  guai se rompo gli argini! ;-)

...ricevere la visita di Syria, nata nel mio stesso giorno: sapevamo che non sarebbe venuta a scuola; così è stato anche lo scorso anno, pasticcini e pizzette per tutti, il giorno prima.Questa comunanza di nascita tra me e lei ha reso noto tra i bambini anche il mio compleanno...
Eccola con la sua mamma alle 9.30:
"Sono per teee maestra!!! " - e mi vola in braccio.
Fiori rossi : rose, tulipani, bacche, lilium; tutto rigorosamente rosso.
"Come il tuo colore preferito maestra!"

...ricevere alle h 10.00 il fioraio vicino scuola ... altro stupendo mazzo di fiori!
"Buon compeanno!!" Roberta e Cristian.
!?!  Mio figlio e la sua ragazza :-)
Che teneri...Già...Cristian dormiva quando sono uscita..

Ore 11.30 ... ?!? ... la musichetta del cellulare ... ho dimenticato di spegnerlo ... acci acci ... ma non riesco a respingere la telefonata, mai fatto nulla di simile in vita mia!
- Graziaaana!!! Auguri!!
-???...grazie! Mi confondi... Ma tu come puoi stare a pensare a me ... a sapere ... a ricordare?
- Zia...lascia perdere ... non mi hai consentito l' accesso ai dati personali ?;-)
Il mio carissimo nipote che gestisce le nostre esigue sostanze ...

... ore 14.00
- Pronto. Sono Margherita.
Tono perentorio e deciso: la mamma di Manuela :-) la compagna di mia figlia, anche lei ... rete di relazioni: mia figlia a Manuela, Manuela alla mamma...
- Prima che rientro a casa, non voglio proprio dimenticarlo...
Vivi una giornata serena...almeno oggi...Un abbraccio cicci...un abbraccio forte forte ...
:-) Grazie Marghe...

...ricevere Da Ariel53, gli auguri che concludono questa bellissima  giornata.
Bella amicizia la nostra ... virtuale ma reale. Dopo un' itera pesante giornata a scuola, appena rincasata, il primo pensiero di Ariel53, alias Francesca, è stato per me. Che carina :-)
- Grazie Francesca!

Felicità è...quello che non è scontato, quello che ti stampa un "Ohhh" di meraviglia, che ti rende gli cchi lucidi, che ti fa sembrare tutto più bello...sempre...anche nel giorno del non compleanno.

Grazie per esserci, gente...davvero...
22 novembre 2006



nata nell'ultimo colpo di coda

lunedì 1 novembre 2010

Il giorno di Ognissanti nelle tradizioni nostrane



Il post dell' amica Giulia ha evocato questi miei lontani ricordi ...
La vigilia di Ognissanti la ricordo nell' infanzia con una spiritualità che mi riempiva di una gioia semplice.
Vedevo mia madre, le zie, nonne bisnonne e prozie preparare il libro dei Salmi, le sedie per dire tutti insieme il rosario, immersi nella tenue luce di qualche lumino mentre una fiamma allegra scoppiettava nel camino; si portava qualche fiore al cimitero che diventava un luogo di incontro tra vivi e trapassati, un giardino accogliente e luminoso; dove i ricordi vivevano tra le fiammelle, nei volti sereni e carichi di fiducia:

- Questa è una ruota, un passaggio...

La frase ricorrnte non mi sconvolgeva, perché nelle espressioni leggevo un senso di serenità e tanta fede.
Poi la liturgia della parola: Il discorso della montagna o Beatitudini, nella chiesetta attigua al cimitero: la pagina più bella e più consolante del Vangelo che risuona ancora oggi dal Monte Tabor.

Dopo le preghiere, la cena: e qui un po' di profano non mancava.
La tavola rimaneva imbandita con generose porzioni di fagioli, verze, baccalà arrostito con peperoni alla brace,  oppure al sugo con cipolle bianche, polenta con funghi,  focacce di patate o cavolfiore,  patate arrostite aromatizzate all' aglio ed al profumo di alloro, caldarroste... Frutta di stagione. Questo affinché i defunti, rientrando a visitare la loro dimora terrena, si sentissero ancora amati ed accolti...
Non era superstizione, o almeno non solo, ma qualcosa di molto profondamente nostalgico...

Ora questo genere di usanze è stato spazzato via: i grandi cambiamenti epocali hanno modificato abitudini e sfera valoriale ...

Della festa di Halloween, le cui origini non sono poi così dissimili dalle tradizioni nostrane, abbiamo assunto solo i contorni consumistici e vistosi; forse la spiegazione è a portata di mano: alla morte non vogliamo proprio pensare... Vedo nell' abitudine al travestimento e ai bagordi della notte del 31 ottobre, un ennesimo tentativo di esorcizzare  il mistero e la paura della morte, che per prima, nonostante i buoni esempi assorbiti, sento anch' io....

La "Piccola ape furibonda"




ad un anno dalla morte, più che mai viva ...

Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra. Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita.
Io la vita l’ho goduta tutta, a dispetto di quello che vanno dicendo sul manicomio. Io la vita l’ho goduta perché mi piace anche l’inferno della vita e la vita è spesso un inferno…. per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara. Alda Merini

domenica 31 ottobre 2010

Halloween e dintorni

"La parola "Halloween" ha lontana origine anglosassone; si fa risalire alla tradizione della chiesa cattolica e deriva probabilmente da una contrazione della frase "All Hallows Eve" ovvero la notte di ognissanti festeggiata il 31 ottobre, data che nel quinto secolo avanti Cristo nell'Irlanda celtica coincideva con la fine dell'estate: in questa ricorrenza - chiamata Samhain (pronunciata soueen) - i colori tipici erano l'arancio per ricordare la mietitura e quindi la fine dell'estate ed il nero a simboleggiare l'imminente buio dell'inverno.

Narra la leggenda che gli spiriti erranti di chi è morto durante l'anno tornino indietro la notte del 31 ottobre in cerca di un corpo da possedere per l'anno successivo. I Celti credevano che in questa magica notte tutte le leggi fisiche che regolano lo spazio e il tempo venissero sospese, rendendo possibile la fusione del mondo reale e dell'aldilà. Ovviamente i vivi non volevano essere posseduti! Perciò i contadini dei villaggi rendevano le loro case fredde ed indesiderabili spegnendo i fuochi nei camini e rendevano i loro corpi orribili mascherandosi da mostri gironzolando tra le case per far scappare di paura tutti gli spiriti che incontravano!

Un'altra spiegazione del perché i Celti spegnessero ogni fuoco non risiede nello scoraggiare la possessione dei loro corpi, ma nel fatto che riaccendessero ogni focolare prendendo la fiamma da un unico gigantesco fuoco druidico che veniva acceso nella notte del 31 ottobre nel mezzo dell'Irlanda a Usinach. I Romani fecero loro le pratiche celtiche. Ma con l'andare del tempo svanì la paura di essere posseduti dagli spiriti e rimase solo la tradizione di travestirsi.

La festa di Halloween venne portata negli USA intorno al 1840 dagli emigranti irlandesi che fuggivano dalla carestia di patate che aveva colpito la loro patria.

La tradizione di "trick-or-treat" - dolcetto o scherzetto - vuole che abbia origine non dai celti ma da una pratica europea del nono secolo d.C. chiamata in inglese "souling" che potremmo traddure in italiano come "elemosinare anima". Il 2 novembre, Ognissanti, i primi Cristiani vagavano di villaggio in villaggio elemosinando per un po' di "pane d'anima" dolce fatto di forma quadrata con l'uva passa (come il nostro "pane ramerino"). Più dolci ricevevano più preghiere promettevano per i parenti defunti dei donatori. A quell'epoca si credeva che i morti rimanessero nel limbo per un certo periodo dopo la morte e che le preghiere anche fatte da estranei potessero rendere più veloce il passaggio in paradiso.

La tradizione di Jack-o-lantern deriva probabilmente dal folklore iralndese. Narra la leggenda che un uomo di nome Jack, noto baro e malfattore, ingannò Satana sfidandolo nella notte di Ognissanti a scalare un albero sulla cui corteccia incise una croce intrappolandolo tra i rami. Jack fece un patto col diavolo: se non lo avesse più indotto in tentazione lo avrebbe fatto scendere dall'albero. Alla morte di Jack, continua la leggenda, gli venne impedito di entrare in paradiso a causa della cattiva condotta avuta in vita, ma gli venne negato l'ingresso anche all'inferno perché aveva ingannato il diavolo. Allora Satana gli porse un piccolo tizzone d'inferno per illuminare la via nella tremenda tenebra che lo attorniava. Per far durare più a lungo la fiamma Jack scavò un grosso cavolo rapa e ve la pose all'interno.

Gli irlandesi usavano in origine i cavoli rapa ma quando nel 1840 arrivarono negli USA scoprirono che le rape americane erano piccole, ma anche che le zucche erano più grosse e più facili da scavare dei cavoli rapa. Ecco perché a tutt'oggi Jack-o-lantern è una zucca intagliata al cui interno è posata una lanterna."

Da un articolo de "La Stampa"pubblicato nei primi  anni dell' attuale decennio.

Dunque, sono maggiori gli elementi di unione che quelli di separazione di  questa festa considerata  "importata" dagli americani ... Sì, ma ... gli attuali americani chi sono ?! Non sono forse ex europei ?! Quindi sono loro, gli americani, ad averla "importata" dall' Europa e restituita nelle forme più esteriori e consumistiche ...

Se sei interessato leggi La festa di Ognissanti nella  tradizione nostrana

sabato 30 ottobre 2010

Maestra ... So leggere!!!!

E' difficile rendere la gioia che un insegnante prova quando un bimbo di prima si ill
umina in volto, spalanca gli occhi e:
- So leggereeeeee!
Maestra .... Qui c' è scritto matita!
- Bene:) Qui c' è  un breve messaggio (sulla seconda pagina del libro), ma voi cercherete di scoprire cosa c' è scritto, cioè voi a casa proverete a leggere e a capire. Mi raccomando: ognuno leggerà come sa fare, letterina per letterina e poi cercherà di ricomporre la parola intera e infine rileggerà per comprendere il messaggio completo.
Domani mi racconterete

IL MIO LIBRO(immagine del libro) PARLA DI PIRATI E PIUME.

Questa mattina li ascolto leggere, e, ognuno mi vuole riferire anche l' atmosfera di casa sua, i commenti, le meraviglie, le perlessità della mamma, del papà, della babysitter, dei nonni: i  miei alunni al momento conoscono solo pochi grafemi, che sono tutti concentrati in questa frase.

Li ascolto perplessa a mia volta, non immaginavo di incontrare tanta aspettativa.

Ed ecco Federico:
- Maestra, ti devo dire una cosa. La mamma si è commossa tanto .... e anche la nonna ... e anche io ... e, in quel crescendo di pause e di rinnovata emozione, comincia a piangere e mi abbraccia ...
E  pure io mi commuovo, impotente, immersa in un silenzio intenso, tra sguardi empatici e interroganti ...

E mentre stringo Federico riesco a dire:
- Sapete? A volte si può piangere anche di gioia; a qualcuno capita .... non a tutti  ... né si deve fare per forza ...

Queste sono le gioie immense del mio lavoro...

domenica 24 ottobre 2010

Da figli di Gutenberg a immigrati digitali

- Piacere, Lorenzo, saprebbe dirmi a che ora parte l’ autobus per Francavilla?

- Molto lieta, Marzia, anch’ io sono diretta a Francavilla al mare, al massimo tra 5/6 minuti dovremmo partire.

Seguono scambi di opinioni sulle stranezze del tempo, informazioni sulla propria occupazione , sugli interessi , sul tempo libero…Ecco finalmente la linea 1, stranamente semivuota per cui i neoamici trovano posto a sedere, uno a fianco all’ altro avendo così l’ opportunità di continuare il dialogo che ad un certo punto scivola su una questione:

- Senti Lorenzo, non parlarmi di luoghi virtuali, di e-learning, di multimedialità, di computer. Io detesto caldamente questa roba; posso vivere tranquillamente come se tutto ciò non fosse stato inventato. Già la vita relazionale è ridotta all’ osso con il ritmo frenetico della vitaccia che facciamo; questo ci mancava ... per isolarci ancora di più!

- Ohi ohi! Mi dispiace Marzia, ma qui non andiamo proprio d’ accordo. Dimmi pure se posso dirti le mie motivazioni, altrimenti cambiamo pure discorso…non c’ è problema … :-)

- Le ascolto per educazione le tue ragioni, ma non c’ è nulla da fare: sono troppo sicura delle mie cose. Io sto bene negli incontri in presenza; le persone devo guardarle negli occhi, devo “leggere” la postura del lcorpo, la gestualità delle mani, il tono di voce. Cosa resta di un rapporto interpersonale, di qualsivoglia natura, se prescindi da tutto questo?
E cosa c’ è di più bello dell’ approccio sensoriale con un libro, che puoi sfogliare, rileggere, sottolineare, sul quale puoi aggiungere glosse marginali; puoi leggerlo anche a letto e poggiarlo sul comodino quando ti si appanna lo sguardo: sicuramente tutto questo ti è negato dal computer!
Cosa c’ è di più voluttuoso della tua stilo che scorre, annota, mappa, sintetizza?
Al confronto che cos’ è quel foglio asettico e freddo di videoscrittura?

- Marzia, mi poni un sacco di quesiti, la risposta sarebbe lunghissima, ma, sai una cosa?
Il tuo parlare mi sta richiamando reminiscenze scolastiche … Hai un po’ di tempo?
Avrei un ancoraggio che fa per te.
Possiamo prendere un caffè presso uno stabilimento?
L’ argomento mi appassiona molto…ma non ti voglio convincere sai…
Ti voglio semplicemente dire come la penso io, nel pieno rispetto della tua opinione …

- Ok … d’ accordo… Andiamo pure ...

- Dunque, negli anni gloriosi del liceo, il mio prof di filosofia si infischiava altamente del manuale, sommergendoci di fotocopie; diceva che quello, il manuale, esprimeva il punto di vista del suo autore. Noi, secondo lui, dovevamo farci le nostre idee, costruire i nostri punti di vista, leggendo direttamente il filosofo, e poi: dibattiti, conversazioni, ricercazione, ricerca-azione appunto … un grande, quell’ uomo …veramente…e dire che gli abbiamo dato del pazzo, del pirla ...

Quella volta toccò a Platone.

Si leggeva nel “Fedro” che quando Hermes inventò la scrittura, presentò il suo progetto al Faraone come un sistema straordinariamente efficace che avrebbe consentito agli uomini di rafforzare la loro memoria, per poter conservare inequivocabilmente nel tempo, tutto quello che fino ad ora erano stati costretti a tenere a mente.

Hermes si aspettava segni di entusiasmo e approvazione, ma il faraone si fece scuro in viso e disse semplicemente:

“ …la memoria è un gran dono che si dovrebbe conservare con l'esercizio continuo. Con la tua invenzione, la gente non sarà più obbligata ad allenare la memoria. Essi ricorderanno le cose non grazie ad uno sforzo interiore, ma ad una mera virtù di un mezzo esterno.”

In verità, mia cara, il faraone esprimeva una paura antica quanto il mondo: la paura del nuovo, quello che destruttura le certezze costituite, che prevede una revisione e una ristrutturazione, all' insegna dell’ incertezza.

E’ fuor di ogni ragionevole dubbio che la memoria non è stata narcotizzata dalla scrittura e tantomeno dalla stampa; sappiamo benissimo che comunque i libri non solo l’hanno allenata, ma addirittura, l’ hanno potenziata: almeno su questo sei d’ accordo, vero?

Marzia era inebetita, il velo di Maya si stava disvelando, iniziava la sua crisi cognitiva…

-Lorenzo … ma che vuoi dirmi, che io ho paura delle novità? Che mi vado ancorando alle certezze perché temo di mettermi in gioco?

- Tu lo dici … non io. Spesso lo facciamo senza rendercene conto; cerchiamo argomentazioni plausibili dietro le quali ci trinceriamo, ma così facendo, ci neghiamo delle opportunità, rinunciamo a priori ad esperienze nuove che potrebbero arricchirci, potenziarci nell’ intelligenza, nella relazionalità, nel lavoro, nell’ organizzazione.

Dài, Marzia, bevi quel caffè, anche in piena estate è buono caldo … Ti ho messa in crisi, mi dispiace, chi me lo avrebbe mai detto … stamattina ero uscito per ben altri motivi …
Sia ben chiaro, non sono un santone e non ho certezze da rivelare.
Ho semplicemente eliminato dal mio stile cognitivo la contrapposizione antitetica; non penso più in termini di aut aut( o/o): esiste anche il vel (e/o), che non prevede esclusioni, ma rapporto dialettico.

E se io ci sono arrivato, lo devo proprio al prof di filosofia, e, il bello è che me ne rendo conto proprio ora, parlando con te; quindi anche tu mi sei stata di stimolo in questa metacognizione.

Ti risulta forse che l’ invenzione dell’ automobile ha eliminato la bicicletta? Non ti sembra che quest’ ultima ha continuato nel tempo il suo potenziamento tecnologico? E che l' una non esclude l' altra?

- Sì, ma ora che faccio?! Da dove inizio?! :-(

- Per la miseria ... domani riparto Marzia, sono un isolano, ma proprio in coerenza con quanto detto, considero l’ isola luogo di incontro piuttosto che luogo di separazione; ti lascio il mio indirizzo, quello civico per ora...
Se tu vorrai, ti condurrò per mano, perché grazie a quello che definisci “mondo virtuale”, posso farlo anche a distanza … Poi toccherà a te, perché, bada bene, condurre per mano significa, parlando per metafora, che ti offro mappe, bussole ed astrolabio, ma la protagonista del tuo percorso sarai tu ... intendi vero?! :-))

Per chi fosse pervenuto fin qui, rinunciando eroicamente ad alcuni diritti del lettore, questo racconto trae spunto dal celebre articolo di Umberto Eco ""Da internet a Gutenberg". Lo scrissi 3 anni anni fa e l' ho ripescato nell memoria e nella rete dopo le considerazioni di una giovane conoscente a proposito di FB: " No no, non sia mai! Preferisco fare una visita, una telefonata, ma in vetrina proprio no!"

Non  mi addentro nella lisa questione: FB sì, FB no in quanto tutto il racconto metaforicamente la include.

Ho imparato a non demonizzare, né ad esaltare; sono solita ipotizzare, sperimentare e comportarmi di conseguenza; quello che mi riesce difficile da comprendere non è la divergenza del punto di vista, anzi ... ;  la chiusura, quella sì, mi lascia perplessa  ...

giovedì 21 ottobre 2010

Gechi e Vampiri



Cercavo tutt' altra cosa, invece il motore di ricerca mi offre questo video ...
Non conoscevo Gerardina Trovato; peccato che non sia più nella scena dello spettacolo.
Non mi meraviglio che l' edizione di Sanremo del 2000, di cui l' esibizione fa parte, l' abbia relegata tra gli ultimi; i talenti non si valorizzano ... questa è l' ennesima amara constatazione, così come è triste e melanconico il testo interpretato da Gerardina.

domenica 17 ottobre 2010

Max Gazzè - Mentre Dormi



Max Gazzé, cantautore e poeta di una delicatezza e profondità straordinarie; non riscuote il successo che meriterebbe secondo me
Dedico a tutti questo brano: ai miei lettori, agli alunni, ai colleghi, ai miei figli, Alessia in particolare ...

giovedì 14 ottobre 2010

Il mimo

Oggi con il termine mimo, siamo soliti indicare una statua vivente.
Chi non ne ha fatto esperienza ...
Negli angoli delle piazze e lungo le strade più affollate delle nostre città, così come nei centri commerciali, sbucano improvvisamente, destando anche per un attimo, la meraviglia e la curiosità dei passanti: qualcuno prosegue frettoloso, altri si soffermano rapiti, attenti a percepire un piccolo movimento che non traspare quasi mai, tranne che per un rapido "grazie" a chi lascia acadere un obolo nel suo cappello o nello svuotatasche poggiato a terra.

Il mimo: un termine che ha visto slittare il suo significato originario nei rivoli dei vari contesti fino a quello attuale.
Ma chi era il mimo nel passato...
Al tempo degli aedi e dei giullari, quando la cultura era tramandata solo oralmente, il mimo faceva parte degli artisti intrattenitori del popolo radunato nelle piazze e, con una sequenza di azioni, "mimava" un racconto, un evento straordinario, le gesta di un personaggio ...

E' una forma teatrale senza voce, dunque; la stessa che scivolò nella prima pellicola cinematografica: il cinema muto.

Ma chi si cela dentro la statua vivente di oggi?

Io sono tra coloro che si soffermano incantati; cerco di scrutare i loro pensieri più profondi.
Ma chi sei ... Un clochard? Un professionista? Un disoccupato?
La tua è una maschera che cela la tua vera identità, una maschera fisica, tangibile, molto più evidente di quella invisibile e poliedrica che ognuno di noi indossa nel grande teatro che è il mondo ...

Per me sei prima di tutto un artista ... Nella tua mimesi ti sottrai ai condizionamenti della società: forse non ne accetti le regole e pertanto volontariamente ti collochi ai suoi margini.
Oppure è lei, la società indifferente che non ti ha compreso, che non ti ha accolto e dunque tu ti adatti per sopravvivere, senza adeguarti ...O ancora il tuo stipendio non è sufficiente a sbarcare il lunario e così sfrutti un tuo talento nascosto per arrotondare i tuoi introiti...

Chiunque tu sia, cara statua vivente, tu mi affascini e ti ringrazio per farmi sognare, perché quando ti incontro mi restituisci gli occhi innocenti e benevoli di un bambino...


(lo scatto è di mio figlio Cristian; Como, mi pare ...)

lunedì 11 ottobre 2010

Perché alziamo la voce quando siamo adirati?


L' ultimo post di Folletto del Vento mi ha fatto ricordare questa bella riflessione del Mahatma Gandhi:

"Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:

-Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?

-Gridano perché perdono la calma - rispose uno di loro.

-Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?- disse nuovamente il pensatore.

-Bene, gridiamo perché desideriamo che l'altra persona ci ascolti - replicò un altro discepolo.

E il maestro tornò a domandare:
-Allora non è possibile parlargli a voce bassa?
  Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.

Allora egli esclamò:
 -Voi sapete perché si grida contro un'altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto.
Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare.
Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l'uno con l'altro.
D'altra parte, che succede quando due persone sono innamorate?
Loro non gridano, parlano soavemente. E perché?Perché i loro cuori sono molto vicini.
La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano.
E quando l'amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E' questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano.

Infine il pensatore concluse dicendo:
-Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare."

venerdì 10 settembre 2010

A proposito del Senso ...

"Ciò che in fondo mi manca, è di vedere chiaro in me stesso, di sapere ciò che devo fare, non ciò che devo conoscere, se non nella misura in cui la conoscenza ha sempre da precedere l' azione. Si tratta di comprendere il mio destino ... di trovare una verità che sia una verità per me, di trovare l' idea per la quale io voglio vivere e morire".
Soren Kirkegaard "Diario"


"L' uomo può errare teoreticamente senza meta, con grande sofferenza, ma, di fatto, nell' agire, con le scelte che la vita gli impone, inevitabilmente ne persegue una".
"Problemi di fondazione dell' etica"  Umberto Galeazzi

giovedì 9 settembre 2010

lunedì 30 agosto 2010

L' alterego

- Ma perché hai pianto tanto? Ti sei tormentata notte e giorno ... Guarda che occhi gonfi... Ma che razza di giornata hai trascorso?Quanto cavolo hai pianto?

- Ora sto meglio..A conclusione del viaggiodi Alessia mi sono un po' calmata ... E' che la sento contenta, a suo agio...

- Ma ti rendi conto che tua figlia sta iniziando un' esperienza favolosa di cui devi essere solo fiera?

- Ahhh ... Arieccoci con la solita solfa ... Ma ti pare che non le so ste cose? Almeno a te non dovrei spiegare nulla, non siamo forse nate insieme? Se le emozioni forti straripano nel pianto incontrollabile, ho forse colpa? Io penso col cuore, non te lo scordare, la razionalità può solo venire al seguito, spesso ansimante e grondante ...
Per favore ... La lezione no ... Ti prego...

-E vabbè, cambiamo discorso ... Tu invece, te lo sei scordato, che da quando sono venuti al mondo, hai considerato i figli adulti e armati, come Minerva? Te lo ricordi che già al ritorno dell' ospedale dovevano dormire in cameretta? Sì ...Me lo ricordo che andavi a controllare ogni quarto d' ora, che vegliavi pure sul respiro sì...Con Alessia hai un po' mollato, forse ... Sei stata diversa con ognuno di loro....Ma fondamentalmente ...

- Ma mo che c' entra? Dove vuoi arrivare? Cosa c' entra con l' Erasmus?

- C' entra, c' entra eccome ... C' è che hai voluto i figli autonomi a tutti i costi ...Andare in giro per la città con le mappe in mano a 7/8 anni, prendere le autolinee dalla seconda elementare, roba da telefono azzurro...

- Ma i figli mi hanno sempre ringraziato per questo, sempre ... E rifarei tutto uguale ...

- Bene. Ma le forme educative sono un boumerang; ritornano sempre .... Se i figli li hai ancora in casa è solo perché non hanno ancora una situazione lavorativa  da vita autonoma...Se Alessia ha fatto la domanda per l' Erasmus, in fondo è perché è più adulta di te ... ... Qui mi taccio ... Niente esempi ..Anzi no, qualcosa hai scritto tu stessa  qui ...
Sapeva cosa doveva affrontare, tranne che la mamma affranta .... ma tu dimmi ...

- Puoi concludere per favore?

- La partenza di Alessia ha coinciso con un momento di vulnerabilità già in atto, perciò ti ha fatto così male!
Ti ha risvegliato le antiche paure. Quelle questioni esistenziali profonde, fort,i le hai solo narcotizzate con gli impegni di famiglia, di lavoro, e con tutta la zavorra che volontariamente ti cerchi e accogli.
Affrontale, senti a me, non le sopire, tanto stanno lì, in agguato... Cercati un equilibrio e sii coerente con esso e, soprattotto, coltivalo l' equilibrio, ché non esistono punti di arrivo ...

PS. Il mio ex alunno Giulio G. spesso raccontava di sé nei testi scritti interloquendo con un suo amico immaginario; ho preso esempio da lui ;)
Forse è una strategia per scrivere di sé con un certo distacco, senza imbarazzo...

domenica 29 agosto 2010

Chissà se stai dormendo ...

Alessia...
Sono qui col cellulare che tace ... "Chissà se stai dormendo ... A cosa stai pensando?!"
Sì sicuramente ...il tuo treno va verso Pisa e di lì, volerai a Budapest e di lì, di nuovo verso  Szeged, (non mi piace Seghedino)... Erasmus ...Un cammino lungo lungo, iniziato alla mezzanotte ... Macché ... iniziato alla fine della sessione estiva... forse che la tua coordinatrice conoscesse la tua impavida autonomia??

Rieggo il primo messaggio arrivato stanotte al rientro dalla stazione
Tutto bene ...Mi raccomando non piangere ... Ora sto bene ... Ripenso al nostro viaggetto a "catini" (gergo 'nostro' per dire Montecatini) ... Sei la mamma migliore del mondo. Lisiuccia. Abbraccia papà

Che te lo dico a fare?! Avevo trovato una specie di  pace, avevo cercato consolazione nel gelato alla stracciatella ora mi si riscatena l' ormai familiare tsunami. Di norma preferisco la viva voce, ma stavolta ho apprezzato il tastierino  ...

Trascorre una breve notte. Alle 5.00 mi sveglio disoprassalto e mi racconti la successione regolare delle tappe del viaggio; messaggiamo ora è di nuovo silenzio ... Stai dormendo ....Ed io sono contenta .... Alla prossima ...

Vola, cuore di mamma, vola pure verso i tuoi sogni ....

"Chissa se stai dormendo..."

https://youtu.be/B4aiA_WLgkM

giovedì 19 agosto 2010

Tristezza, per favore, vai via ..


Rieccola
Ha deciso di trascorrere l' estate con me, si spera, solo l' estate ..

Antica e taciturna compagna, conosciuta prestissimo. Pare che abbia una sua propria indipendente volontà. Ciclicamente ricompare col suo piccolo bagaglio, da cui trae quel velo grigio con cui ammanta la mia vita: i miei affetti, il mio lavoro, la mia casa, la mia spiaggia, i miei libri, i miei hobbies ...


Mi impegno a sfuggirle, distolgo lo sguardo dal suo, ma immancabilmente è lì sullo sfondo: mi osserva mentre curo le piante, mentre preparo la parmigiana di melanzane, mentre nuoto, aspetta l' autobus con me, poco distante, senza essere invadente, ma non mi toglie gli occhi di dosso, entra nel negozio, conta i miei passi, ascolta il colloquio con la commessa; si allontana discreta se viene qualcuno in casa, ma poi eccola di nuovo, paziente, caparbia ...

La chiamano depressione, da giovanissima ho dovuto allontanarla farmacologicamente, anche in età matura, nei periodi critici della mia vita .. Ora aspetto che si stanchi e se ne vada altrove ..

Sono solitamente estroversa, positiva, con un lieve senso dell' umorismo che pare non disturbi chi mi è vicino, anzi ... Che sia la maschera simile a quella del clown che dispensa ilarità per mascherare la sua natura più vera?

lunedì 9 agosto 2010

X Agosto

















San Lorenzo , io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.


Ritornava una rondine al tetto :
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.


Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.


Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono ;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.


Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.


E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!

Giovanni Pascoli rievoca il triste giorno dell' assassinio del padre ed associa alle sue lacrime quelle del cielo che sembra partecipe del suo dolore con le stelle cadenti.

Siamo prossimi alla notte di San Lorenzo, la notte delle stelle, attesa con lo sguardo all' insù, aspettando speranzosi una stella cadente per esprimere un desiderio.

In realtà, la nostra orbita incrocia le meteore delle Perseidi che noi chiamiamo stelle cadenti.
L'immaginario popolare considera le stelle cadenti, le lacrime effuse da San Lorenzo durante il martirio, ancora vaganti per l' Universo che eccezionalmente si posano sulla terra una volta l' anno, in occasione della ricorrenza della sua morte per esaudire i nostri desideri.

giovedì 5 agosto 2010

6 agosto ore 8.15, 1945

Il sorriso di Hiroshima

Datemi il bambino,
non importa come sia diventato.
Datemi il bambino
anche se avesse
il viso
di belva.
Non importa cosa sia diventato,
datemi il bambino.
Non importa,
non importa come sia,
datemi il bambino:
se non si può per tutta la vita,
per questa abietta miserevole vita
così breve anche se durasse una eternità,
datemi il bambino almeno per un giorno,
per un giorno solo,
tanto che egli possa venire
verso di me come sempre veniva,
con le braccine tese che mi cercano,
coi ditini pallidi, di petali.
Dovesse avere
il viso di belva
datemi il bambino.
Gli andrò incontro
E mi sorriderà… Sí, mi sorriderà,
e io gli spalancherò la porta
e non importa,
se dovesse avere un altro viso.
Datemi il bambino,
non importa, vi dico, come sia,
datemi il mio bambino,
ma non le sue ceneri;
datemi il bambino,
no, non come sabbia.

Può darsi, lo so,
che abbia un altro viso,
ma quando piangerà
oh, io lo riconoscerò
e perché piú non pianga
spegnerò la luna:
col buio il suo viso non si vedrà piú.

Oh, se dovesse sorridermi
Se appena appena dovesse sorridermi
diventerebbe il mio pianto
un cielo stellato.
Ma non datemi il cielo senza di lui,
l’azzurro cielo d’acciaio inclemente.

Datemi il mio bambino…
Senza di lui le stelle sono sabbia,
le stelle sono cenere:
senza di lui le stelle sono sabbia,
un’ingannevole polvere
che da migliaia d’anni avanza
senza alcun senso…
dal sacco sfilacciato del caos…
Datemi il bambino
e non importa,
non importa come sia diventato.
Datemi il bambino
qualunque viso dovesse ora avere…
Ci sono ancora i suoi vestitini
nell’armadio…
Si sono raccorciati…

Eugen Jebeleanu


Ascoltai la prima volta questa poesia dalla viva voce della prof di italiano del primo superiore, Vittoria Di G. e, in quell' occasione colsi la portata del l' indicibile crimine compiuto in un istante.

Rifletto su un' assurda beffarda coincidenza: il nome del cacciabombardiere, Enola Gay, la madre del pilota; Little boy, il nome della bomba all' uranio sganciata su Hiroshima.

Ttali nomi vertono su affetti familiari, quelli su cui si accanì la folle furia distruttiva...
Non ci sono ulteriori parole.

mercoledì 4 agosto 2010

Notte stellata - Ascoltando Van Gogh

Ho composto questo dipinto nel 1889, mentre ero ricoverato nell' ospedale di Saint-Rémy. Lo chiamo ospedale, in realtà era una casa di cura, meglio ancora, un manicomio.
... Mi hanno sempre definito e considerato un pazzo.
Ma se essere pieni di ardore, di passionalità, di sentimenti puri e intensi vuol dire pazzia, ebbene sì, sono fiero di definirmi tale anche oggi che le mie opere fanno bella mostra nei musei più famosi!
Vedo che la satmpa di questo dipinto è diffusissima, è persino assunto come avatar nei profili personali dei weblog.
La cosa mi lusinga non poco, spero solo di non essere diventato un luogo comune ...
Ma dimmi un po': lo avrai capito che la "Notte stellata" l' ho tatuata di tutto il mio essere ...
Dopo aver contemplato a lungo quel cielo di prima estate, ed essermi ritirato nella stanza, mi sono messo all' opera concitatamente carico di pathos.
In quel cielo e in quella terra ho letteralmente rovesciato me stesso, con immediatezza e ardore; avevo bisogno di alleggerire la tensione che prepotente e impietosa mi pulsava dentro.
Andavo alla ricerca si qualcosa che neppure io sapevo definire, qualcosa di irrgiungibile, smisuratamente più grande di me.
Così ho fatto arte, quasi senza accorgermene...

Ho capito ... Sei catturata da quelle inquiete e nere lingue di fuoco tese verso il cielo quasi a lambirlo ... Anche a me sono tanto cari gli alberi, soprattutto i cipressi svettanti verso l' alto,obelischi palpitanti che condividono con me il supremo anelito verso quella vetta irraggiungibile; quel cipresso è il mediatore tra cielo e terra.
E' saldo: incarnato e situato, ma si spinge lassù ... quella è la sua meta. Lui solo condivide con me questa tensione.

Ora guardala bene quella volta celeste ...
No, non soffermarti sui colori che pur' io amo moltissimo; cerca di andare oltre, cerca di penetrare l' essenza che questi colori esprimono e comunicano: mi piace troppo essere compreso...

Quel cielo ha una vitalità fantastica; astri, galassie, nuvole: tutto è stupendamente vivo;tutto si muove in perfetta armonia e serena letizia, in una circolarità eterna, senza principio e senza fine: a quella realtà aspiro...
La tranquillità soporosa della terra, quella la sento indifferente, estranea, lontana, sorda, spesso ostile...

E' una simulazione, una sorta di gioco di ruolo: entro nel personaggio e lo interpreto, senza trascurare gli elementi oggettivi di studio.Il role playing, affiancando le metodiche tradizionali, può diventare una forma di costruzione attiva e motivante del sapere ; acquistare una valenza formativa non indifferente in una simulazione di gruppo, in cui la persona mette in gioco conoscenze ed emozioni, scoprendo e facendo scoprire parti del sé di cui molto spesso non è nemmeno consapevole. Ho scritto questa riflessione qualche anno fa in un blog condiviso; la riporto quale integrazione del mio post precedente.

martedì 3 agosto 2010

Arte, poesia ...


Non si tratta tanto di pensare, ma di pensare i propri pensieri ...
Solo un esempio, ma se ne potrebbero fare a iosa: Notte stellata di Vincent Van Gogh.



Un cielo stupendamente vivo in cui tutto si muove in perfetta armonia, in una circolarità senza principio e senza fine...

Una terra soporosa, indifferente, estranea, lontana,sorda;

Una mediazione tra cielo e terra: lingue di cipressi svettanti verso l' alto;

La composizione dunque esprime il pathos dell' artista dilaniato tra la tensione verso la perfetta letizia e l' essere incarnato e situato in un mondo vissuto come indifferente se non ostile.

domenica 25 luglio 2010

Dello stupore


































                                                                                                                                                                                                      René Descartes - ritratto di Franz Hals

Jean Domat - ritratto di Blaise Pascal (non mi è consentito linkare l' immagine)

Il ritratto, evocatore di interiorità: Cartesio, museo del Louvre e Pascal uscito dalla matita di Domat, per ornare un volume della sua biblioteca.

Entrambi, pupille dilatate: segno dello stupore, della meraviglia; la molla che spinge a indagare, approfondire, scavare tra le pieghe dell' ignoto. Per vie diverse, entrambi convinti che l' amirazione sia quell' apertura piena di interesse verso quel tratto di realtà che ha cominciato ad abitare dentro la nostra persona.

Nel ritratto i due pensatori esprimono attraverso il loro sguardo, l' iniziale distacco, che non è assolutamente indifferenza, ma quel quid di meraviglia che è il primo passo verso la scoperta, la ricerca, senza il quale non si innescano gli ulteriori processi conoscitivi.

L' ammirazione è dunque la prima forma di conoscenza, il primo elemento di interazione tra me e l' altro da me, qualunque sia l' entità di questo altro.


E' un' angolazione di lettura che conferma quanto un educatore ha sempre constatato: prescindendo da questo momento di attivazione emotiva, non ci sarà apprendimento, ma solo imparaticcio destinato all' oblio.

venerdì 25 giugno 2010

24 giugno: i campioni del mondo a casa :(

Non sono una grande intenditrice, ma la partita degli azzurri non mi è sembrata degna di un torneo così importante ... Pazienza ... Addio vuvuzelas ... Non resta che tornare a casa ... mogi mogi ... a meditare, si spera...

Il Commissario tecnico dice in conferenza che se ne assume tutta la responsabilità: e questo mi piace, anche se l' aggettivo "tutta" lo trovo eccessivo. In una gestione di interazioni è meglio parlare di corresponsabilità. inoltre mi sembra una strategia vincente per non affrontare e riconoscere i propri errori, un modo infantile di gettare, come si suol dire dalle mie parti, le mani davanti.

Poi aggiunge ma parafraso in quanto non ricordo la frase testuale: aggiunge, per l' appunto, di non aver formato psicologicamente la squadra.
Uhummm ... questo mi ha convinto ancora meno: parliamo di professionisti di serie A selezionati per i mondiali! Non stiamo a parlare dei pulcini ...

Ma qual è la responsabilità di un allenatore di quei livelli? La formazione psicologica o la selezione dei talenti?(Ma ci sono i talenti? Oppure questo insuccesso clamoroso è la punta dell' iceberg della decadenza generale che il nostro paese vive su tutti i fronti?) Io credo, con tutti i benefici del dubbio, che una volta scelte responsabilmente le persone, il gioco è fatto almeno in prima parte. La compattazione della squadra la fanno i giocatori stessi i quali sanno benissimo quale responsabilità si stanno assumendo.

La seconda parte la si gioca sul campo in tutti i sensi: chi si ha di fronte lo si percepisce nei primi 15 minuti di gioco, e allora entra in ballo un' altra qualità: la flessibilità...i giocatori devono ridefinire e reinterpretare i loro ruoli. L' allenatore che supervede, deve fare altrettanto modificando immediatamente i palinsesti, se necessario.

Karl Popper diceva che il medico deve cambiare terapia se si accorge di un suo errore, perchè la cosa da salvaguardare è la vita del paziente, non la sua congettura.
Ogni teoria è tale se falsificabile di principio, altrimenti non è una teoria, ma una verità dogmatica ..
La falsificabilità di ciò che è apparentemente inappuntabile, non deve mai venir meno: è la lezione di umiltà che molti grandi ci hanno dato: far morire la teoria piuttosto che "il paziente". So che non è cosa semplice, ma deve quantomeno trasparire come atteggiamento...

La mia è una riflessione puramente pedagogica ...

sabato 5 giugno 2010

L' ignavia cos' è e chi è l' ignavo ? due

Laicamente parlando, l' ignavo è il custode della sua quiete.

Nel campo del lavoro è un vero problema in quanto arreca danno ai colleghi soprattutto.
Di fronte a un' emergenza fa finta di non essersene accorto, aspetta che altri più zelanti o più coerenti si assumano anche la sua responsabilità.

La sua posizione è comoda e rende comoda anche quella dei suoi subalterni.

Anche se apparentemente pulito e indenne è dannosissimo per i suoi pari in quanto, in confronto a lui (l' ignavo) questi ultimi appaiono più cattivi, più intolleranti, in definitiva più scomodi e impopolari.
Ecco che i coerenti e i responsabili cominciano a diventare impopolari e a vedere, anche grazie a lui, lo sgretolamento di quanto hanno costruito con il duro lavoro di chi "sogna gli altri come non sono".

Altri elementi: informatissimi su tutto e su tutti, puntualissimi, ordinatissimi e ... asserviti al potere. Vorrei aggiungere altro, ma basta cosi ... ahimé ...

mercoledì 2 giugno 2010

Ciascuno cresce solo se sognato

C'è chi insegna

guidando gli altri come cavalli

passo per passo:

forse c'è chi si sente soddisfatto

così guidato.


C'è chi insegna lodando

quanto trova di buono e divertendo:

c'è pure chi si sente soddisfatto

essendo incoraggiato.


C'è pure chi educa, senza nascondere

l'assurdo ch'è nel mondo, aperto ad ogni

sviluppo ma cercando

d'essere franco all'altro come a sé,

sognando gli altri come ora non sono:

ciascuno cresce solo se sognato.
Danilo Dolci

Basta una poesia per esprimere quello che un fiume di discorsi non comunicherebbe.

E noi, che educatori siamo?

Io sono soprattutto nell' ultima strofa, anche se è una posizione molto più impegnativa e scomoda.






martedì 1 giugno 2010

Il silenzio come autoformazione personale

Fine dell' anno scolastico e tempi di bilancio.

Dovrei stare a Chieti a sostenere un esame di cui ho anche frequentato le lezioni, ma no ce l' ho fatta.
Sto pensando ai miei colleghi di studio, sarei voluta andare a sentire almeno un colloquio, ma non mi è possibile perché tra poco sarò a scuola.

Non mi piace per niente non assolvere gli impegni e ancora meno constatare il tipo di causa: il coinvolgimento forte verso ciò che mi ha circondato, e l' esaurimento fisico di tutte le risorse personali.

Che fare in pratica per arginare questo effetto che va tutto a mio discapito?

Poco c' è da fare con il temperamento, con la personalità orientata alla sensibilità, all' attenzione all' altro, per gli ostacoli o per la collaborazione che riesce a procacciarti. Qualcosa posso fare per arginare le conseguenze.

E' importante che cominci a non parlarne. Il rievocare alimenta e amplifica le sensazioni a dismisura, prolungandone gli effetti in termini di tempo e di intensità.

Ecco l' importanza che il silenzio può assumere.

Ma anche il suo esercizio è frutto di costruzione e di allenamento : per cominciare, un giorno a settimana di silenzio nel quale limitarsi solo a rispondere: questo può concentrare sugli obiettivi personali da raggiungere.

La terapia del silenzio è esplicitata nel libro "Il Monaco che Vendette la sua Ferrari" attraverso una fiaba spirituale; sarà la mia prossima lettura estiva.

domenica 30 maggio 2010

L' ignavia cos' è e chi è l' ignavo?

Ignavo è colui che lasciò libero Barabba e permise la condanna a morte di Cristo, ben sapendo della sua innocenza.

L’ ignavo è colui che si lava le mani di fronte a una questione importante a un dilemma serio: non si pronuncia, così resta indenne e pulito, qualunque cosa accada.

E’comunque attentissimo, ascolta tutti, è superinformato, ma lascia che tutto scivoli via dalla sua persona senza lasciare traccia, lascia semplicemente fare agli altri, malcelandosi dietro le mentite spoglie della mitezza e della finta superiorità …

Nel terzo canto dell’ Inferno Dante ce li fa incontrare nell’ antinferno: essi, per il Vate non sono degni neppure di stare tra i dannati e tra loro colloca anche la schiera di quegli angeli che non furono ribelli a Dio e neppure a lui fedeli, "ma per sé fuoro" .

Quest’ ultima definizione a me provoca i brividi lungo la schiena: sono coloro che non si mettono in gioco, preservandosi da ogni sorta di errore, intenti a salvaguardare solo sé stessi; sono la crisalide seppellita nel bozzolo ormai cementato dell' egoismo più deleterio.

Ma leggiamoci un pezzo della Divina Commedia, che fuor dai banchi scolastici è ancora più bella!

E io ch'avea d'error la testa cinta,
dissi: "Maestro, che è quel ch'i' odo?
e che gent'è che par nel duol sì vinta?".

Ed elli a me: "Questo misero modo
tegnon l'anime triste di coloro
che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.

Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.

Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli".


(Lasciam perdere la pena inflitta dalla legge del contrappasso ...)
Insomma sono mischiati a quel cattivo coro di angeli egoisti, non ribelli a Dio ma neppur fedeli.
Essi infatti, offuscherebbero la bellezza del paradiso, ma nello stesso tempo farebbero vantare gli altri dannati che penserebbero d'esser migliori di loro: ergo, sono peggiori di tutti gli altri dannati, secondo Dante!

Di questo popolo, ne incontriamo a iosa lungo tutte le vie e sentieri: sono certa che agli occhi di ogni lettore si sta materializzando l' immagine di qualcuno ... Seconda parte

venerdì 28 maggio 2010

Piove :










«Alcuni dicono che la pioggia è brutta, ma non sanno che permette di girare a testa alta con il viso coperto dalle lacrime.» Jim Morrison

Ognuno intellige ciò che può e ciò che vuole ... già ... perché non c' è maggiore ambiguità che nella lettura ...

domenica 16 maggio 2010

maggio piovoso e apologia di novembre

Questa mattina, prestissimo mi accingo a versare negli appositi contenitori plastica e carta ...
Ad un tratto sento il barista apostrofare gli sparuti clienti della domenica mattina:

- Ma po' esse na cose di questa?!? Me pare novembre!! Che schifo!!!

Ho capito che noi per ogni mese vorremmo godere delle sue caratteristiche climatiche, che avremmo voglia di mare, di passeggiate al sole, ma questo andare fuori delle righe del tempo metereologico a me decisamente piace ...
No, non credo di essere una folle: preparare il cambio di stagione senza i ritmi frenetici, occuparmi degli adempimenti di fine anno scolastico senza quella spossatezza che il caldo causa; lavare felpe e maglioni, provvedere al cambio delle lenzuola, della biancheria da cucina e conservare tutto ben piegato in attesa del sole che poi ascuga tutto in un attimo, io lo preferisco ...

Ma poi, perché novembre dovrebbe fare schifo?? Perché considerarlo il mese grigio e triste per antonomasia? Si pensa e si agisce quasi sempre per stereotipi .. Che tristezza ...

Novembre è il mese dei colori caldi, delle zucche e dei frutti del melograni, cornucopie vegetali beneauguranti .... il mese della pienezza del raccolto ... dell' assaggio del vino nuovo, della raccolta delle olive, della semina per i nuovi raccolti estivi, mediazione tra arrivo e partenza, senso di quella ciclicità foriera di eternità..

E' il mese delle giornate brevi, in cui la luce diminuisce sempre più ... ma, quella mancanza di luce solare dovrebbe essere ampiamente compensata dall' avanzare della luce interiore: il godere dell' intimità della propria dimora, del raccogliersi con familiari e amici intorno alle caldarroste o ad una ciambella di noci e cioccolato ... E' il momento dei tempi distesi propedeutici al dialogo, alla relazionalità ...

E' l' inizio dell' Avvento, l' andare incontro alla Luce pe eccellenza ... Cos' altro aggiungere?!

Solo un' associazione musicale: Guns and Rosis - Novembre rain


venerdì 1 gennaio 2010

L'anno nuovo

Gianni Rodari, da “ Filastrocche in cielo e in terra"

Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto, o metà e metà?

“Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo del lunedì
avrà sempre un martedì.

Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno”.

Gianni Rodari ha l' indubbia caratteristica di scrivere per tutti, non solo per i bambini.
In modo semplice e un po' velatamente ironico, esprime tutto il senso del mio post precedente.

A proposito: Buon Anno!!!

Obiettivi del Nuovo Anno

Un' ora di seria riflessione.
Mi sono alzata presto, come sempre, nonostante l' ora tarda di ieri sera.

1° Obiettivo: eliminare definitivamente il sovrappeso.
  • Pesare almeno 12 chili in meno a fine anno
    (se non mi prendo cura di me stessa nei prossimi 5 anni potrei essere colpita da infarto del miocardio o da ictus cerebrale considerata l' ipertensione da sovrappeso)
2° obiettivo: tutelare il denaro dalle spese superflue
  • Risparmiare. Fare la spesa al supermercato con i contanti. Limitare l' uso del bancomat solo ad altri generi. L' uso indiscriminato del bancomat comporta spese superiori al fabbisogno e a un consumo eccessivo. Il denaro risparmiato diventa disponibilità economica per ciò che più sta a cuorre

    3° obiettivo: aver cura del proprio tempo



  • Evitare di entrare in Facebook o nei blog al mattino. Riservare le scorribande per la rete a fine serata o comunque a conclusione dgli impegni stabiliti.

4° obiettivo: concludere gli impegni assunti
  • Portare a termine gli studi universitari
    i decreti gelmini hanno spazzato ogni sorta di motivazione, sarebbe logico mandare a maravalle gli esami che mi restano, considerati gli impegni che ho e quello che mi costano in termini di tempo. Ma non amo interrompere un cammino ... Non fa bene alla considerazione che ho di me. Allora tirare dritto...


  • Evitare ogni forma di attività di formazione(a parte quelle organizzate dalla mia scuola e l' autoformazione informale) che comportano scadenze e impegni. Il tempo impiegato ci sottrae a qualcos' altro ... Ne vale proprio la pena?
    L' impegno comporta assunzione di responsabilità: valutare sempre dove vado a parare. Senza questo tipo di chiarezza evitare ogni sorta di iniziativa.

    La priorità del 2010 saranno i miei affetti : da quando i figli sono maggiorenni ho desiderato prendermi soddisfazioni di tipo professionale. Non ne vale sempre la pena ... Meglio un ciambellone alle 6 del mattino erogatore di fragranti coccole, andare più spesso a trovare la zia Anna (94 anni) che aspetta il mio arrivo come un dono del cielo, i miei vicini di casa di Civitella che sono preoccupati per la mia non presenza... Curare il contatto con amici e colleghi che non vedo più quotidianamente ma con i quali ho avuto un rapporto significativo ... Riflettere sul senso ... Già...questo è il punto...


  • Ah...Dimenticavo...Spegnere il cellulare, staccare il telefono e non rispondere al citofono la vigilia e l' antivigilia di Natale, divulgando il proposito a tutti coloro che in quei giorni potrebbero cercarmi...

Oggi so che ho fatto bene a sacrificare la carriera alla famiglia: in barba ai passaggi di ruolo. Questo vale anche oggi!!! Mi riprendo i miei alunni della scuola primaria, me li voglio curare come so fare e voglio stare bene con loro. Un' esperienza ricca e capitalizzata sarà la base per cercare quelle sfide che tanto soddisfano, nonostante mariastella gelmini..

post 1° gennaio 2008 post 1° gennaio 2009